E se fossimo noi i pazienti?
Per essere un buon insegnate di nuoto bisognerebbe saper nuotare, ed essere stati a nostro tempo dei buoni allievi.
Da qui parte la mia domanda sicuramente sarete dei buoni clinici, ma nei panni del paziente come siete messi?
Ora sicuramente avete risposto positivamente a questa domanda e avete scelto il vostro migliore paziente quello più simpatico, pensate per un attimo invece al contrario e quindi non di dover giudicare voi come paziente ma voi come medico nella visione del paziente.
Difficile?
Vi aiuto:
Avete mai preso un appuntamento con voi stessi?
Avete mai aspettato nella vostra sala d’attesa che arrivasse il vostro turno?
Avete mai provato a chiedere un informazione, o a comunicare che avevate paura ad una vostra assistente?
Potrei farvi altre mille domande ma credo che ormai abbiate capito il gioco.
Il marketing clinico non può e non deve essere un argomento sterile nel quale voi dobbiate imparare una parte a memoria, ma deve essere esperito su di voi e il vostro team.
Tutti siamo stati paziente di un dentista, anche nel caso in cui lo stesso fosse nostro padre, quindi tutti abbiamo l’esperienza della sala d’attesa.
Io ricordo una stanza piena di figure monotematiche sui denti, sotto forma di fumetti, figure più serie, qualcuna addirittura terrorizzanti, ma tutte immagini come ad indicarmi il fatto nel caso non lo sapessi già che mi trovavo da un dentista… “Capirai già ho la fifa poi tu me lo ricordi pure”.
Poi sedie tante sedie, altro messaggio chiaro qui si aspetta quindi siediti e poi si vede, giornali vecchi, e altre persone che si confrontavano.
Primo consiglio: “Vi raccomando a meno che non abbiate un giornalaio che vi rifornisce quotidianamente non riempite la sala di notizie degli ani 80, mi è capitato di leggere sei mesi fa in una sala d’attesa Diana e Carlo si Sposano 😱 Quando l’ho fatto notare mi è stato detto tanto qui c’è la Wi-Fi connettiti”.
Alla sala d’attesa seguiva un corridoio e stanze operative, bè anche li tanta fantasia attestati appesi qui e li e ancora imagini di sorrisi perfettamente allineati, mi sono sempre chiesta ma perchè io dal dentista che già mi sento a disagio dovrei aumentare la mia sensazione. Ba!
Non voglio dilagare non devo parlare di me ma di voi, fate un tuffo nel passato e provate a ricordare la vostra prima volta.
Fatto! Ok mi fido,ora che siete sintonizzati pensate a ciò che vi infastidiva quella è la sensazione con la quale vorrei che giudicaste il vostro studio.
Portare l’innovazione del marketing nella propria attività significa rimettersi in discussione, dove tenere ben saldo i punti forti, e arricchire quelli deboli.
Il paradosso più complesso che spesso devo risolvere sono i pregiudizi che ci portiamo dietro, per esempio sono anni che porto avanti la campagna del gestionale negli studi, ormai spero quasi volta la termine, il cartaceo sembra quasi del tutto archiviato.
Quando chiedevo il motivo di questa resistenza la risposta era sempre la stessa ho paura di perdere i dati, non mi fido tutti sanno tutto e bla bla, in realtà la questione era la pigrizia al cambiamento e visto che le cose andavano bene perché cambiarle.
Imaginate se la macchinetta del caffè non avesse mai subito un evoluzione, e che oggi per farci un caffè saremmo costretti ad aspettare 15 minuti… il risultato? nessuno prenderebbe più il caffè.
Oggi ci troviamo in un epoca in cui essere pigri e cullarsi sui propri successi non è una strategia vincente, bisogna reinventarsi e mettersi in gioco e pensare a noi stessi come a degli imprenditori che producono uno dei beni più importanti la salute.
Ma un imprenditore per essere degno di questo nome deve avere la possibilità di delegare mansioni, impartire ordini, e occuparsi nel miglior modo possibile del propio prodotto senza farsi distrarre.
Continuiamo l’esperimento torniamo a voi:
aprite la porta, rispondete a telefono e al citofono, pulite le sale, sterilizzate i ferri date l’appuntamento e incassate l’acconto, discutete un preventivo, recatevi dal commercialista, fate un ordine sistemate il magazzino, archiviate le foto, sistemate le schede cliniche, preparatevi la sala, e nel tempo che vi resta svolgete l’attività di clinico e magari perchè no tutto questo in uno studio con due o più poltrone e se siete ancora vivi potete anche bere ogni tanto.
Ok ho esagerato! ma il concetto è quello non siamo dei pc, il multitasking è passato di moda adesso quello che conta è essere sempre aggiornati e sempre efficienti.
Per restare sul mercato e sopratutto restare vivi dovete imparare a dilatare il vostro tempo:
-distribuendo i ruoli nel vostro staff
-delegando
-creando protocolli
-comunicando attraverso i social con i vostri pazienti
-aggiornandovi continuamente
-avendo consulenti stabili e dei quali vi fidate.
In un mondo dove il voyeurismo, e le “lauree su google” incalzano non possiamo pretendere di restare fermi nei nostri concetti accademici, e sperare di arrivare agli altri per il nostro caro passaparola.
Siete bravi e vogliamo aiutarvi a raccontarlo, migliorando la vostra comunicazione interna ed esterna se vuoi scoprire come:
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